L’intervento che si presenta in questa sede rappresenta la rielaborazione
di una discussione attorno all’origine dei cimbri, tenutasi il 7 settembre
2019 a Velden, nell’ambito del cinquantesimo anniversario del Bayerischen
Cimbern-Kuratorium. In quella sede era stato chiesto a studiosi e appassionati
di esprimersi sul tema dell’origine del popolamento germanofono
denominato “cimbro”, al fine di riaprire un dibattito, fiorentissimo nel
secolo scorso, ma ultimamente passato in secondo piano rispetto ad altri
campi d’indagine. L’intervento si articola come segue:
a) In (§ 1) si fornisce una breve panoramica delle ipotesi elaborate dagli
eruditi del passato attorno alle possibili sedi di partenza della colonizzazione
cimbra.
b) In (§ 2) verranno invece presi in considerazione i tre paradigmi principali
proposti negli ultimi due secoli, a partire da dati scientifici e da
analisi filologiche e linguistiche, attorno alla lingua. In questo quadro ciò
che si intende dimostrare è il fatto che, per quanto ogni teoria tenti di
ricondurre la migrazione di popolazioni tedescofone a un determinato
contesto diacronico e geografico, nessuna riesce a dar conto completamente
dei fenomeni linguistici attestati.
c) In (§ 3) si proporrà una chiave d’indagine che abbandoni una visione
monolitica della realtà linguistica attestata. Si sottolineerà come nel
momento in cui si indaghino contrastivamente le differenti varietà
cimbre, la cifra che emerge sia quella della varietà e della variabilità
interna all’areale. In questo quadro, e tramite il supporto dei dati, si
mostrerà come la facies linguistica dei differenti dialetti cimbri sia il
risultato del plasmarsi e dell’influenzarsi di varietà tedesche diacronicamente
e diatopicamente marcate.