Dopo il 1917 acronimi, abbreviazioni e combinazioni di lettere e parole al limite dell’impronunciabilità invasero ogni settore della vita pubblica e privata: fino al 1920 la lingua sovietica fu dominata da una vera e propria “esplosione di abbreviazioni”. Ma se alcune di queste hanno conservato fino ai giorni nostri la loro aura di mistero e terrore, si pensi a Ceka, NKVD o GULag, alter sono andate perdute subito dopo essere cadute in disuso. Sebbene il fenomeno diminuì in pochi anni, gli scrittori, e soprattutto gli umoristi, continuarono a utilizzare gli acronimi per molto tempo ancora, seguendo la strada aperta dai loro predecessori: oggi la critica considera le abbreviazioni oltre che retaggio del passato, anche un efficace espediente comico. After the October, acronyms, contractions, more or less pronounceable brand-new letter and word combinations literally invaded each field of public and private communication: between 1917 and 1920 in the newborn soviet language dominated a real “acronyms’ outbreak”. If some of these abbreviations conserved up to our times the air of mystery and terror, only consider Ceka, NKVD or GULag, some others got lost and deleted from memories suddenly after their fall in disuse. Although this phenomenon decreased in a few years, writers, and most of all, humorists continued using acronyms for long time: nowadays critics agree in considering them besides a symbol of the past, also a skill to express irony and sarcasm.