Negli ultimi anni Furio Jesi è stato oggetto di una vasta riscoperta grazie alla
meritoria ripubblicazione dei suoi libri e all’edizione di numerosi inediti. Rimangono
tuttavia ancora in ombra aspetti non secondari, come il suo interesse teorico
per la traduzione e la sua attività di traduttore. Nonostante abbia tradotto dal tedesco
numerose opere letterarie e filosofiche, le sue traduzioni non sono mai state
oggetto di una riflessione critica. Il primo paragrafo di questo contributo è dedicato
alla metodologia generale che presiede al suo lavoro di traduttore; i paragrafi successivi
analizzano alcune traduzioni di saggistica (Canetti), narrativa (Th. Mann) e
poesia (Rilke). Jesi è un traduttore preciso dal punto di vista linguistico, scrupoloso
dal punto di vista filologico, affidabile dal punto di vista scientifico: il tipo di traduttore
colto che tiene sotto controllo la propria erudizione affinché la forma finale
della sua versione sia perfettamente equilibrata e non risulti mai una libera e irrispettosa
parodia dell’originale.