Nell’ambito di un’edizione monografica dedicata al concetto di paura, questo articolo propone un’analisi del film horror Il demonio (Brunello Rondi, 1963), che mira a costruire un racconto sull’ossessione e l’abiezione, osservate attraverso un’accurata esplorazione delle tradizioni popolari della Lucania sul sovrannaturale, come fascinazione, malocchio, possessione ed esorcismo. Già dall’incipit, infatti, sono esplicitamente citati i celebri studi di Ernesto De Martino sulla Basilicata, descritti in Sud e magia (1959).
La metodologia adottata in sede interpretativa intende coniugare l’esegesi, propria dell’analisi filmica, con la ricerca demo-etno-antropologica effettuata dal regista, in un approccio interdisciplinare. Emerge da tale analisi l’ambiguità della dimensione religiosa delle comunità rurali nella società meridionale, che nel film mostra il suo lato nascosto: il dolore del desiderio.