Dopo il buio Medio Evo rifiorirono le arti nel Rinascimento. Anche
sotto terra, negli acquedotti, si verificò qualcosa di analogo ma
è ben poco noto. Ora si presentano qui quattro esempi di importanti
acquedotti creati nell’Evo Moderno per alimentare castelli
e ville della regione Lazio.
L’acquedotto che conduce l’acqua dal fiume Aniene alle fontane
del giardino della Villa d’Este a Tivoli fu compiuto nella seconda
metà del XVI secolo e consentì la realizzazione di uno dei più
famosi parchi “all’italiana”, tuttora aperto e frequentato da migliaia
di visitatori. L’Acqua Farnesiana è un acquedotto creato
alla fine del XVI secolo per alimentare la villa e il palazzo dei
Farnese a Caprarola, nasce da un capofonte ipogeo in comune
di Canepina, è lungo circa 9 km, con lunghi tratti scavati nella
roccia. L’acquedotto del castello Ruspoli di Vignanello presenta
un percorso ipogeo sottostante l’antico abitato, è lungo circa 2
km e fu creato dalla contessa Ottavia Orsini all’inizio del XVII secolo.
L’acquedotto Aldobrandini fu realizzato tra il 1603 e il 1605,
in parte riutilizzando le captazioni e i condotti dell’antica Aqua
Julia, con un condotto di almeno 9,5 km; esso alimentava i giochi
d’acque della villa Belvedere degli Aldobrandini e in parte anche
altre ville, una mola e l’Abbazia di S. Nilo a Grottaferrata. È tuttora
in piena efficienza.