L'articolo analizza la mobilità e il confinamento dei richiedenti asilo ospitati nel Centro di prima accoglienza di Gradisca d'Isonzo. La ricerca etnografica condotta all'interno del CARA, tramite interviste a richiedenti asilo , operatori e personale del centro, politici e autorità locali mette in luce le ambivalenze di un sistema di protezione 'securitaria' con la creazione di una 'jungle' sul fiume Isonzo come conseguenza del flusso dalla rotta Balcani.