Il contributo verte sull’attività traduttoria di Antonio Conti, poliedrico pensatore e letterato. In particolare, l’articolo si sofferma sulle circostanze e le modalità che accompagnarono la carriera del traduttore dai classici, considerando il caso delle versioni dal greco: ripercorrendo lo studio della lingua che il veneziano compì al tempo del suo soggiorno a Parigi, a stretto contatto con i maggiori grecisti francesi (madame Dacier, Claude Sallier, Jacques Hardion), nel pieno fervore della Querelle d’Homère e, in aggiunta, con Antonio Cocchi, antico allievo di Anton Maria Salvini. Alla cui opera di traduttore, oltre che alle indicazioni di poetica, Conti si ispirò concretamente, seppure alla luce di un gusto riformato ed aggiornato: come dimostra il caso esaminato, dell’anacreontica Εἰς Ἔρωτα (‘Sopra Amore’), per la quale si mettono a confronto le due traduzioni di Salvini con quella di Conti.