Il commento analizza criticamente la decisione della Corte di cassazione nel primo caso concernente le norme di recepimento della Direttiva 78/2000/CE, in materia di politiche di assunzione discriminatorie in ragione dell’orientamento sessuale degli aspiranti lavoratori. In particolare, l’autore analizza i due principi di diritto espressi dalla Corte in tema di legittimazione ad agire delle
associazioni rappresentative degli interessi lesi dal comportamento discriminatorio e in tema di libertà alla manifestazione di pensiero. Aggiunge alcuni spunti di approfondimento rispetto alla funzione sanzionatoria del risarcimento del danno non patrimoniale, in considerazione della natura sistemica della discriminazione.
This comment offers a critical analysis of the Italian Corte di Cassazione ruling on discriminatory hiring policies based on the sexual orientation of aspiring workers. For the first time, the judges apply the Italian transposition of the Directive 78/2000/CE with reference to sexual orientation. In particular, the author analyzes the two principles of law expressed by the Court, concerning the criteria to select the subjects which have locus standing in the case of collective discrimination and the freedom of speech. The author adds further reflections on the sanctioning function of the compensation for non-pecuniary losses, taking into account the systemic nature of discriminations.
