Il saggio intende, in primo luogo, portare l’attenzione sulla necessità di fare chiarezza sull’uso di termini talmente abusati che hanno snaturato, per lo meno in campo pedagogico, il senso dei contenuti cui si riferiscono, per divenire un mantra che parla da sé ma che non rende rispetto ad un legame così fondamentale quale quello genitoriale. In secondo luogo, si vuole evidenziare la pericolosità di tale deriva che, se applicata ai contesti operativi (quelli in cui gli educatori agiscono nei confronti delle famiglie e con/per le famiglie), rischia di ridurre l’agire educativo ad un intervento riparativo, che è quanto di più distante ci sia dalla natura responsiva e promozionale dell’educazione. In terzo luogo, il saggio vuole delineare alcune prospettive del supporto all’educazione familiare, assumendo la fragilità come potenzialità e risorsa, rispetto alla quale va diretto l’impegno delle figure educative.