Alfieri non nascose mai la propria «natura poco scrivente»; l’insanabile pigrizia da cui si diceva
affetto gli sembrava attenuante bastevole a legittimare una limitata attività epistolare. Le missive assolvono anzitutto la funzione di veicolo immediato e contingente tramite cui ottenere pareri e consigli su composizioni poetiche in fieri e in progetto; l’epistolario risulta così punteggiato di micro-citazioni in versi o, più spesso, di riferimenti diretti o indiretti a composizioni recenti, per le quali viene richiesta un’autorevole consulenza. Il contributo intende analizzare le differenti tipologie di inserti in versi presenti nell'epistolario. Dai componimenti sottoposti al giudizio di “consiglieri poetici” a quelli ricevuti da amici desiderosi di un parere; dalla trasmissione di componimenti estemporanei o di carattere autobiografico all'autocitazione, fino al ricordo di autori della tradizione, classica e moderna.