Lo studio osserva come, fin dalle prime pagine de La Nouvelle Héloise, la figura di Julie si disegni grazie allo slancio di un desiderio, alla tensione di uno sguardo che, in filigrana, attraverso una sorta di sottrazione di corporeità, ne fanno cogliere l'essenziale. Il "velo", allora, pare essere il vero abito di Julie, perché produce e allude a questa sospensione e segnala, supponendoli, la presenza e gli ornamenti del corpo assente. Per questo Rousseau, che nei suoi "Sujerts d'estampes" aveva illustrato le immagini che potevano rappresentare la sua eroina, rimane sempre deluso di fronte alla sua rappresentazione nelle stampe che accompagnato il romanzo, come rivela la lettura di qualche frammento della sua ricca corrispondenza. La figura cui pensa Rousseau rimane fatta non tanto di tratti ma da una sorta di vibrazione indefinibile che emana da sguardi e prospettive e che, sola, può definire i dettagli ornamentali che danno visibilità all'animo di Julie.
