Il saggio riconsidera il ruollo dei socialisti nella Resistenza a Roma, mostrando come non fosse affatto marginale.Durante l'occupazione nazista, il socialista Bruno Buozzi, già segretario della CGdL quando il fascismo conquistò il potere avviò delicate trattative pern ricostituire il sindacato, impegnandosi affinché rimanesse unitario, comprendendo anche cattolici e comunisti. A Roma "città aperta" occupata dai nazisti, ogni forma di disobbedienza acquisì i caratteri di una opposizione, una vera resistenza che sotto l'accorta regia di socialisti e comunisti, si tradusse in sabotaggi, attentati, azioni di disturbo per rendere la vita impossibile al nemico. IN seguito ad una delazione Bruno Buozzi fu arrestato e vani risultarono i tentativi della Resistenza romana di liberarlo, anche ricorrendo alla corruzione dei vertici nazisti. Mentre la V Armata dell'esercito Usa entrava a Roma da sud, i nazisti fuggivano da nord e poco fuori Roma il camioncino con alcuni prigionieri, fra cui Buozzi, si fermò e i prigionieri furono assassinati