Il presente studio intende ricostruire i legami dei pittori italiani con il Belgio tra il 1851 e il 1912. Attraverso i carteggi, le pagine delle riviste, i libri e gli scambi eruditi, le esposizioni e gli incontri tra l’Italia e il Belgio, incrociando i dati emersi dalla ricerca d’archivio e dallo spoglio dei principali periodici d’arte dell’epoca, è emersa una rete di contatti tra pittori italiani e belgi che ruota soprattutto intorno a Bruxelles, a quell’epoca una capitale favorevole dal punto di vista del mercato artistico ma anche un interessante crocevia culturale. Si è rilevato che le fonti rintracciate convergono essenzialmente intorno ad alcuni intellettuali, per lo più segretari di associazioni o caporedattori di riviste. Si è ritenuto importante mettere in luce il ruolo di queste figure che fungono da ponte artistico fra il Belgio e l’Italia e cercare di capire le motivazioni e le dinamiche che stanno dietro a questi contatti. La tesi cerca inoltre di trarre un bilancio della presenza dei pittori italiani nei Salons “ufficiali”, nelle esposizioni universali organizzate in Belgio e nelle mostre delle principali associazioni artistiche che nascono come canale espositivo alternativo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. L’obiettivo è valutare come i nostri pittori sono stati recepiti dalla critica belga e cercare di capire qual è stato il loro contributo artistico.