L’abbandono delle aree rurali si è recentemente affermato come argomento trasversale di enorme rilevanza. Scopo del presente articolo è illustrare come, nelle aree interne e montane, l’esodo rurale può considerarsi tutt’altro che concluso. Si tratta di territori con comunità composte da gruppi esigui, con indici di vecchiaia doppi o tripli rispetto ai tassi nazionali che continuano a registrare un decremento delle presenze. La trasformazione della società, la riduzione dei tassi di fecondità, la recente crisi economica e la conseguente riduzione dei servizi pubblici e privati, hanno ulteriormente emarginato queste comunità, rendendole ancora più fragili. Partendo dal caso della provincia di Grosseto, lo studio ha affrontato il tema della rappresentazione cartografica dell’abbandono rurale da una prospettiva storico-demografica. La Maremma Grossetana, insieme all’Amiatino, rappresenta complessivamente un territorio ampio, caratterizzato da comunità storicamente deboli che mostrano oggi livelli critici di spopolamento. La rappresentazione dell’abbandono è un problema complesso che si scontra con importanti difficoltà metodologiche. L’abbandono e lo spopolamento sono fenomeni di vuoto o assenza; perciò contesti che gli strumenti della statistica ufficiale riescono a fotografare parzialmente perché intrinsecamente poveri di dati. Per la criticità dei contesti sotto esame, la ricerca si è concentrata non solo sulla
rappresentazione a intervalli intercensuari dal 1951 al 2011, ma ha cercato soprattutto di affrontare la variazione della popolazione negli ultimi anni. Si tratta di strategie di rappresentazione cartografica che mettono ancora in evidenza e consentono di narrare efficacemente i mutamenti e l’intensità crescente del processo di invecchiamento e di scivolamento a valle della popolazione in questi territori.