Le sponde dell’Adriatico da secoli registrano un andirivieni
di genti e di culture e, tra queste, sono tanti e sono diversi
i popoli che parlano italiano. Genti che non sempre sono riuscite a tessere scambi all’insegna della pace o almeno della tolleranza. Sospinti dalla storia molti di loro hanno dovuto attraversare i mari e abitare nuovi continenti.
Eppure, la pluralità di differenze e gli arcipelaghi di esperienze,
fonte spesso di conflitti e di stermini, possono altresì
proporsi come fonte di confronti, di comprensioni e di cooperazioni in un processo di reciproca crescita. È questa la sfida che attende chi abita queste terre sul confine; fare del confine il filo rosso che tesse, meticcia e integra e non la lama che divide. Ove appunto lingua e cultura possono farsi strumenti attivi di promozione e di convivenza.