La mia ricerca ha indagato eventuali relazioni e tratti comuni nelle forme iconografiche con cui sono state rappresentati gli stranieri, nel nordest italiano dei secoli dall’XI al XIV, con particolare attenzione all’immagine di ebrei, africani e mongoli. Si sono analizzati gli spazi devoluti a queste figurazioni, i modi e le forme attraverso le quali le connotazioni iconografiche migrano da una tipologia all’altra e le possibili relazioni esistenti fra l’iconografia dei devianti e quelle del meraviglioso e del demoniaco. Gli emarginati, raffigurati nelle opere bizantine, italiane e, fino ad un certo periodo, spagnole e del sud della Francia, sono rappresentati con maggior attenzione alla resa del particolare realistico, etnico o sociale, rispetto a quelli dell’Europa continentale, a prescindere dal momento artistico in cui le opere sono realizzate. Il confronto tra le raffigurazioni studiate su base europea, ha evidenziato che le necessità storiche e sociali di ogni epoca emergono nelle figurazioni di persone o gruppi considerati marginali