R. Marocco & R. Melis. Stratigrafia e paleogeografia del “Lacus Timavi” (Friuli Venezia Giulia). (IT ISSN 0394-3356, 2009).
E’ stato condotto uno studio lito-biostratigrafico sull’immediato sottosuolo del Lisert (Monfalcone), un area paludosa posta alle pendici del Carso in prossimità delle foci del Timavo, ricca di testimonianze della presenza Romana. Scopo della ricerca è la ricostruzione paleogeografia del territorio che studi precedenti hanno solamente tratteggiato, a partire dall’Olocene fino all’insediamento romano, testimoniato da numerosi siti archeologici e da diverse citazioni letterarie (Insulae Clarae, Lacus Timavi, ecc..).
Le successioni stratigrafiche individuate nei diversi sondaggi analizzati indicano che almeno a partire da 4370 ÷ 4220 anni a.C. il territorio dell’attuale Lisert era ricoperto da un’ampia laguna che inglobava i rilievi calcarei delle Insulae Clarae (oggi spianati) e si estendeva anche a sud delle stesse per alcuni chilometri. Successivamente si è verificata una trasgressione che ha determinato un progressivo ampliamento del bacino lagunare interno e nel contempo una probabile diversione fluviale ha portato all’emersione dell’area a sud delle Insulae.
Ai margini di questo bacino, nelle aree sabbiose-pelitiche vegetate, si segnala l’esclusiva presenza di Ammoscalaria runiana (HERON-ALLEN & EARLAND), piccolo foraminifero agglutinante che vive attualmente nelle piane fangose delle alte latitudini europee e che non è stato segnalato in Adriatico.
In epoca romana l’ambiente paralico - lagunare si manteneva all’interno del Lisert e recuperava i margini meridionali delle Insulae Clarae. Questa configurazione meridionale della costa probabilmente è stata determinata dalla presenza immediatamente ad ovest della foce di un ramo progradante dell’Isonzo.
I depositi paralici della piana del Lisert rientrano nell’ampio intervallo di variabilità della curva profondità - età di tutti gli altri analoghi depositi datati lungo la costa veneto-friulana. Sulla base di questo unico dato non è possibile definire con precisione il contributo dei movimenti verticali del suolo nella determinazione dell’evoluzione costiera dell’agro monfalconese, anche se ci sono forti indizi di una certa attività tettonica.