Il concetto di affordance, sviluppato nell’ambito degli studi di psicologia della percezione, definisce una proprietà relazionale fra un essere vivente e le caratteristiche della nicchia ecologica in cui si evolve (Gibson, 1979). Secondo Donald D. Norman (2003), la stessa diventa percepibile grazie ad un significante, ovvero una caratteristica dell’oggetto osservato che suggerisce all’osservatore la modalità d’uso. Se l’affordance sensomotoria e il suo significante sono chiari, l’individuo tenderà ad usare l’oggetto in una modalità standard, tipica della sua specie. L’uso comporta l’attivazione di una serie di risposte sensomotorie che possono essere considerate anche la base significante delle lingue dei segni (Volterra et al, 2019). Nello studio-pilota qui presentato si esplora la relazione tra l’affordance sensomotoria della prensione e la lingua dei segni, osservando la maniera in cui questa si manifesti in una selezione di 100 segni della lingua dei segni italiana (LIS) e confrontando i risultati con altri 400 segni, selezionati tra lingua dei segni britannica (BSL), americana (ASL), giapponese (JSL) e brasiliana (LIBRAS).