Traslitterazione dei toponimi, ricalco cartografico, collaborazione interdisciplinare. Il metodo di Michele Ruggieri per l’atlante della Cina (fine XVI-inizi XVII secolo)
Dopo aver sintetizzato dati e vicende relativi alla figura del gesuita Michele Ruggieri (1543-1607), pioniere della stagione di incontro fra Oriente e Occidente in età moderna, e al suo progetto, rimasto allo stadio di manoscritto, di pubblicare il primo atlante occidentale della Cina, l’articolo analizza nel dettaglio, sulla base dei materiali oggi esistenti entro il corpus ruggieriano presso l’Archivio di Stato di Roma, il metodo di lavoro del missionario, ancorato a fonti cartografiche cinesi, loro ingrandimento e traslitterazione dei toponimi lì contenuti, ricalco cartografico. Successivamente a tali operazioni, un’ulteriore fase avrebbe visto un cartografo professionista succedere a Ruggieri nella lavorazione delle carte, le quali, così finite, sarebbe infine passate all’incisore per l’incisione calcografica (fase, quest’ultima, a cui non si giunse mai, causa la morte del Nostro). Ulteriori temi affrontati sono una stima dei materiali ruggieriani connessi all’atlante che originariamente dovevano essere presenti tra i materiali di lavoro, ma che oggi risultano distrutti o dispersi, alcune riflessioni epistemologiche sulla natura della cartografia dell’atlante e infine alcune note circa quale aspetto grafico e quale impatto l’atlante ruggieriano avrebbe avuto se fosse stato stampato.