Nell’ambito degli studi italiani sul cinema e i media audiovisivi, l’attenzione verso la prospettiva di genere è stata per lungo tempo riservata all’analisi della dimensione rappresentativa, applicata ai film come testi e come prodotti estetici. Nel corso dell’ultimo decennio, complice una generale rivitalizzazione degli studi incentrati sull’industria – in particolare della produzione – e sull’economia politica del cinema, la prospettiva di genere ha guadagnato una crescente centralità anche nei lavori che indagano le professioni, il lavoro e l’organizzazione del settore audiovisivo. Nella maggior parte dei casi questo ha comportato lo studio dei processi di femminilizzazione (realizzata o fallita) di professioni tradizionalmente dominate dal genere maschile. Ciò è stato fatto ricorrendo ad una pluralità di metodi: dalle analisi quantitative su ampie basi di dati, agli studi qualitativi di singoli casi rappresentativi; dai lavori di impianto storico-archivistico, a quelli semi-etnografici dedicati alla contemporaneità. Questo capitolo vuole fare il punto sullo stato degli studi di genere applicati all’industria audiovisiva in Italia: quali sono gli oggetti e le domande di ricerca ricorrenti? Quali le metodologie applicate e con quali bias e limitazioni? Quali sono le aree rimaste inesplorate? Come si colloca la ricerca italiana su questo tema nel contesto internazionale? E che spazio trovano le collaborazioni fra ricerca e industria in questo ambito? Pur senza pretesa di esaustività, il capitolo contribuisce alla sistematizzazione degli studi di un campo intrinsecamente multi- e inter-disciplinare e, nel fare questo, vuole offrire una mappa alle ricercatrici e ai ricercatori che possa fungere anche come bussola per il futuro.