Silvana Monti racconta l’arrivo dell’opera di Émile Zola in Italia che fu come un colpo di vento e si può parlare di un "effetto Zola" che suscitò la nascita di posizioni molto diverse nel mondo letterario italiano. Il più assiduo sostenitore dello scrittore francese fu Felice Cameroni, per lui il suo modo di scrivere rappresenta una rivelazione. I letterati fiorentini Ferdinando Martini e Pasquale Villari si opposero alla sua ideologia, per il metodo di scrittura, considerato ideologicamente "pericoloso". Francesco De Sanctis invece, critico campano, ne celebra il realismo e Luigi Capuana nutre un certo consenso verso il comportamento civile adottato dal francese nei suoi testi che esprimono grande interesse per l’oggettività. Verga condivide le stesse scelte linguistiche dell’autore francese, pur utilizzando maggiormente la lingua vernacolare. Infine Svevo è un ammiratore di Zola, ma distrugge il suo ottimismo positivistico attraverso un’ironia dissacratoria.