La derisione sul peso, sostenuta dalla ricerca di una magrezza irreale, a simboleggiare emozioni e sogni più affascinanti della dura e povera realtà, promossa da movimenti artistici della fine del XIX secolo dopo la nascita della fotografia, sta crescendo e prevalendo su quella relativa a una appartenenza etnica, religiosa e sessuale. Lo stigma non favorisce una sana consapevolezza del peso e quindi una crescita della motivazione alla cura, ma aumenta depressione e ansia, riduce l’autostima e la self-efficacy, crea vergogna, che isola e paralizza. Insomma ostacola la cura, togliendo a curanti e curati la sensazione di potercela fare. Nel tentativo di aumentare il livello di allerta generale sul tema obesità, il WHO sembra piuttosto favorire lo stigma senza riuscire a migliorare l’offerta di cure.