La critica dell'italianista ungherese Artúr Elek alla traduzione del poemetto petőfiano "János vitéz" realizzata da Giuseppe Cassone ritenuta un po' retorica per l'incapacità del pur bravo traduttore siciliano di cogliere l'umorismo del poeta magiaro in alcuni versi scambiati come epici. Motivo che ha spinto l'autore del presente saggio a ritentarne la traduzione a novanta anni esatti (1998) dalla prima versione cassoniana, pubblicata nel 1908 a Budapest.