Molte domande di innovazione hanno attraversato la produzione urbanistica italiana nel corso di un ventennio tanto breve quanto denso di sperimentazioni.
Se la svolta descrittiva che dagli anni ’80 ha accompagnato la riflessione sulla forma del piano appare connotata dalla rilevanza assegnata ai contenuti interpretativi e progettuali, dal decennio successivo l’intensa stagione di riforme promosse da alcune leggi regionali di nuova generazione esprime la ricerca di una maggiore efficienza, intesa come rinnovata capacità del piano di misurarsi con la molteplicità di attori coinvolti in politiche e programmi complessi. Una ricerca che si è tradotta nell’articolazione degli strumenti della pianificazione locale in componenti dotate di differenti valenze, da quelle conoscitive e strutturali preposte a integrare lettura del contesto e definizione del suo assetto futuro, a quelle regolative e operative rivolte a delineare micro e macro trasformazioni. Dai casi più recenti di pianificazione strategica e dalla riflessione in atto sulle relazioni tra piano progetti e politiche emergono gli indizi di un’ulteriore svolta. Alla centralità assegnata alla lettura delle dinamiche spaziali si sostituisce quella attribuita alle domande di trasformazione economica, mentre la dimensione progettuale si configura più come esito di un processo preposto ad accogliere opportunità non sempre prevedibili che come un dato del piano stesso.
Il percorso sinteticamente tratteggiato dimostra il permanere delle trasformazioni in atto e future come motore per la revisione dei contenuti del piano, lasciando al contempo intravedere significativi slittamenti nei modi di descriverle e governarle. Nell’intento di costruire una geografia trasversale rispetto alla periodizzazione già delineata, materiali, paesaggio e territorio, processi saranno qui assunti come termini dotati di una valenza metaforica, che rimanda a differenti famiglie di esperienze accomunate dall’assunzione di uno specifico punto di vista attraverso il quale interpretare il mutamento. In questo attribuendo al termine interpretazione un’accezione che rinvia alla costruzione delle condizioni in cui il piano si propone di operare e degli obiettivi che si prefigge, influendo direttamente sui suoi contenuti progettuali e normativi.
La mappa che si ottiene segnala solo alcuni luoghi della sperimentazione, ma evidenzia analogie e differenze che meglio aiutano a indagare tendenze emergenti in merito al rapporto tra strumenti di piano e trasformazioni territoriali.