Dopo un primo elogio del marxismo, in occasione d’un volume di Labriola sul Manifesto dei comunisti, Croce ne diventa il critico con argomentazioni sempre serrate. Marx è criticato al pari di Hegel. Con la dialettica dei distinti che supera la dialettica degli opposti, e all’economia attribuisce la realtà d’un distinto che comprende anche il diritto. E con la difesa del liberalismo e della democrazia contro ogni genere di sistema dittatoriale, dal vagheggiato socialismo al fascismo. Lo Stato, che produce il diritto, ha una sua dignità se non manca di seguire, oltre alla volizione dell’individuale, la volizione dell’universale, cioè i princìpi della morale. In cui lo spirito si solleva dalla meschinità dell’egoismo e si mostra erede della Presa della Bastiglia, continuandone l’opera. Anche nel nome di Delacroix, che 1830 la libertà (col popolo) dipinse guerreggiante e in trionfo.