Nel primo pomeriggio del 5 agosto 1949, quindici operatori anti-incendio del Servizio Forestale degli Stati Uniti vennero lanciati con il paracadute sulla gola di Mann Gulch, nel Montana. Dovevano contrastare e poi arginare un incendio innescato da un fulmine schiantatosi su un crinale il giorno prima. A terra trovarono un altro operatore che stava già lavorando. Meno di due ore dopo il lancio tredici dei sedici giovani (il più vecchio aveva 32 anni ed il più giovane 17) furono raggiunti ed uccisi da una deflagrazione di fiamme che in meno di 10 minuti spazzò tutta la gola, lunga quasi tre chilometri.
Questo libro, veramente unico nel suo genere, si legge come un appassionante romanzo, ma è una vivida ricostruzione dell’accaduto: vengono descritti gli uomini e presentato il nemico che combattono, il fuoco. Il racconto del fulmineo susseguirsi degli eventi e delle emozioni, minuzioso ma sempre lieve, conduce il lettore dentro l’epica vicenda dei giovani protagonisti, tra le fiamme nella gola di Mann Gulch.
L’autore, Norman Mclean, era originario del Montana e durante gli anni della prima guerra mondiale, quindicenne, era stato a sua volta un operatore anti-incendio. Qualche giorno dopo la tragedia visitò la gola di Mann Gulch e rimase impressionato da quello che vide e dal pensiero di quelle tredici vite sacrificate. Si portò dentro questa macerazione finchè, dopo essere andato in pensione, negli anni settanta, decise di provare a ricostruire l’accaduto. Il risultato è questo libro, cui fino l’autore lavorò fino alla morte che lo colse nel 1990, quando aveva 88 anni. Negli Stati Uniti il libro ebbe grande successo e fu nominato Libro dell’anno 1992 dal Circolo di Critica letteraria. Ora, dopo 30 anni, il libro è stato tradotto per l’Italia.