Opzioni
Titolo
Inverno
Creatore
Ostrogovich, Carlo
Abstract
L’Inverno della collezione dell’Ateneo triestino va accostato a un altro dipinto di Carlo Ostrogovich conservato nella stessa città: Autunno della collezione della Cassa di Risparmio di Trieste (cfr. Matteo Gardonio, La Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste, Trieste, Fondazione CRTrieste, 2012, p. 208). Si tratta in entrambi i casi di suggestivi brani paesistici che risentono delle atmosfere brumose della Lombardia che hanno incupito la tavolozza di Ostrogovich. Il pittore ha abbandonato la luminosità e i chiassosi accostamenti di colore del periodo fiumano ed è giunto ad una tecnica vibrante dove la pittura viene stesa energicamente con pennellate pastose e spatolate. Scriveva Arturo Marpicati nel 1926: “La sua pennellata è di impeto: focosa, larga, sempre calda. Egli afferra l’anima del paesaggio e la vita delle cose che nel paesaggio si disegna” (Arturo Marpicati, “Augustea”, 16 ottobre 1926). Un entusiasta Silvio Benco aveva recensito la mostra di Ostrogovich presso la Galleria Trieste del 1939 accostandolo alla scuola lombarda ottocentesca, da Fontanesi a Gola: “Fin dalle prime esposizioni sue, di una quindicina d’anni addietro o giù di lì, si vedeva in lui una felice disposizione a rendere lo spirito del paesaggio con immediatezza impressionista e a cercarvi soprattutto l’interpretazione dei momenti atmosferici annuvolati e nebbiosi. Il soggiorno milanese non ha fatto che rafforzare in lui questa tendenza, accostandolo direttamente a quella, che fu pure una delle più belle scuola italiane dell’Ottocento, iniziata dal Fontanesi, ma svoltasi con accento lombardo nel gruppo dei Carozzi, dei Mariani, dei Belloni, e successivamente dei Gola, che ne fu il pittore più forte. Potremmo chiamarla la scuola umida: poiché l’umidità delle atmosfere, la drammaticità particolare che ne acquistano gli impasti del colore, sono il suo elemento e il suo regno» (“Il Piccolo”, 9 settembre 1939). Una mostra tenutasi a cavallo tra il 2002 e 2003 a Fiume ha finalmente rivalutato la figura di Carlo Ostrogovich (Carlo Ostrogovich, 1884-1962: slikar Kvarnera, Rijeka 2002). È stato messo in luce il percorso artistico del pittore, nato a Veglia ma ben presto trapiantato a Fiume dove avviene la sua formazione pittorica da autodidatta e dove si svolge la sua prima attività espositiva, non sempre accompagnata dall’attenzione della critica. Le sue esperienze biografiche si incrociano con le pesanti vicende politiche che riguardano le sue terre tra le due guerre. Il 18 giugno 1931 partì alla volta dell’Italia, sostando, in un primo momento a Trieste, e legandosi successivamente a Milano, dove si stabilì definitivamente.