Nella seconda metà del secolo l’espressionismo astratto fu recepito in Italia da artisti quali Mafai, Afro, Fontana e Birolli. Perizi colse queste novità e se ne impadronì sul finire degli anni Cinquanta. La capacità di assimilare modi e maniere ha caratterizzato tutta la carriera artistica dell’artista triestino. I quadri della fine degli anni Sessanta sono ricalcati sulle calligrafiche pennellate – nero su bianco – di Franz Kline. Questo dipinto, recentemente donato all’Università degli Studi di Trieste, è databile fra il 1964 e il 1965. La dicitura presente sul cartellino incollato sul retro documenta poi la sua partecipazione a una mostra (Triennale dell’Adriatico, Cittanova Mare, agosto-settembre 1965, n. 624). È questa una tela autografa molto simile per tecnica e struttura formale a Spazi (1964), pubblicata nel catalogo della mostra Nino Perizi opere 1935-1993, (Civico Museo Revoltella, 29 giugno – 22 settembre 1996, Trieste, 1996, n. 55).