Mario Fiorentini nel suo intervento “Il giusto e l’equo nel ragionamento dei giuristi romani”, spiega come la riflessione dei giuristi romani e gli interventi normativi degli imperatori abbiano sempre aspirato a contemperare la necessità di rispettare i princìpi dell’ordinamento con le esigenze pratiche dei privati. In altre parole, il fine principale degli operatori del diritto romano non era tanto quello di rispettare la coerenza logica del sistema, come oggi, ma di far prevalere, quando possibile, le esigenze di equità, cioè della giustizia nel caso concreto, ossia i concreti interessi delle parti.
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